lunedì 18 novembre 2013

CRVENA ZVEZDA, di E. Varrecchione

Machete improvvisa. Ed anche io ogni tanto sorseggio il chinotto. Ovvero bevo fuori dal coro, per chi fosse a digiuno di pubblicità. Praticamente girovagando per internet ho trovato la pagina web di questo ragazzo - per la prima volta recensisco qualcuno più giovane di me - che ha scritto un libro. Con un azzardo grande quanto la disuguaglianza del mondo, l'ho comprato. Dieci euro più spese di spedizione per un salto nel buio. Eccone i risultati.
Quali informazioni avevo: è un'ucronia, parte da una partita di Coppa dei campioni sospesa per nebbia che invece prosegue e il Milan viene eliminato dalla Stella Rossa di Belgrado - Crvena Zvezda, appunto - e ci ritroviamo in un 2015 in cui Berlusconi è stato una meteora nel panorama politico italiano e i protagonisti sono Marianna, una ragazza con le idee confuse sul futuro, e Jovan Eldzic, calciatore serbo che decise quella famosa partita del 1988 appena diciottenne e proseguì la sua carriera proprio nel Milan.
Perché l'ho comprato, dopo vari tentennamenti: l'idea è molto originale, poi ho una predilezione per i percorsi paralleli della storia. Aggiungete il fatto che la Serbia e Belgrado mi sono rimasti ancora nel cuore dopo il viaggetto dello scorso capodanno. Per finire, ho pensato di trovarmi al suo posto: qualcuno che vede uno dei miei libri, pensa che sia interessante e poi dice: si ma questo chi cazzo è, si fotta. E allora gli ho dato fiducia.
Cosa va in questo libro: come detto, l'ottima idea su cui si basa la storia. Il libro coinvolge, ti prende. C'è anche una ricostruzione degli eventi alternativi dagli anni novanta al 2015 con delle pagine rielaborate di Wikipedia. I personaggi, anche se non eccessivamente approfonditi, sono comunque convincenti. La struttura è anch'essa interessante: Ogni capitolo, in cui all'inizio è riportata la data, è narrato in prima persona da uno dei personaggi, e non sono in ordine cronologico. Dopo un primo disorientamento, si è rivelata una scelta vincente. Anche l'epilogo, con la sezione "che fine hanno fatto" o qualcosa di simile mi è piaciuta. Ti rimane sempre il dubbio di che cazzo di fine facciano i protagonisti del libro dopo aver finito di leggere.
Cosa non va: per prima cosa l'edizione. Non mi sembra di grande qualità. Non per fare il partigiano, che ormai spendo solo parole al miele per Amazon, ma la suddetta Amazon a metà prezzo mi avrebbe fatto un lavoro migliore. Qualche errorino di battitura, ma d'altra parte nelle mie prime edizioni che dopo molto tempo ho corretto c'erano delle vere porcate. Non mi ha fatto impazzire lo stile, troppo frammentario. Capitoli di qualche pagina, periodi di qualche riga. Troppo semplice, troppo essenziale, quantomeno per i miei gusti. Inoltre, l'aspetto ucronico non sembra contare molto. Sebbene possa essere una scelta, ma il discorso lo riprendo più avanti.
Il verdetto: nel complesso sufficiente. Diciamo che la realizzazione non si è rivelata all'altezza delle premesse, ma come opera prima mi sembra dignitosa. Ci sono margini di miglioramento e le potenzialità per migliorare, anche se al momento il rapporto qualità/prezzo è troppo basso. Sicuramente non gli concederei una seconda chance a questo costo, ma i soldi spesi per questo libro non sono stati buttati. 
La speranza: non ho ben capito come la pensi il buon Enrico. Il Berlusconi che appare nel libro è ben lontano dall'uomo grazie al quale mi hanno preso in giro solo per il fatto di essere italiano in molte nazioni, tra cui un paese di trentamila abitanti sulle Ande peruviane. Mi sembra chiaro che il messaggio sia: il problema non è Berlusconi, tantevvero che in questa ucronia non sembra sia cambiato molto rispetto alla realtà. Però sono due le cose: o l'intento è puramente difensivo, come a dire che ci accaniamo contro il povero Silvio mentre le colpe dello sfacelo sono di altri, e in tal caso dissento decisamente; oppure che il sistema era ed è marcio, quindi prendendosela solo con Berlusconi non cogliamo il problema nella sua interezza. Nel caso quest'ultima ipotesi sia vera, concordo in parte. Non dipende da Berlusconi il fatto di stare nella merda, ma credo che dipenda da lui lo stare così immersi in questa merda e non merita di uscirne così bene come avviene nel libro.
La domanda: qual è la speranza? Avete ragione, mi sono scordato. Beh, nel Maggio 2015, secondo il giovane Enrico, accade un evento importante. Che te devo dì, Enrì? Speriamo. E buona fortuna.
"Vede, signorina, per noi è importante, nella fase di recruiting, trovare una persona che sappia immergersi totalmente nell'environment di questa azienda. Come lei sa, noi applichiamo cost containment da diverso tempo e per noi è fondamentale una persona che sappia, come dire, curare i danè. Lei deve diventare una topgun nella nostra compagnia!" Ecco, questo è l'esempio di uomo a cui mozzerei la testa appena apre bocca.
Mia mamma crede che Giulia sia un demone travestito da avvenente ragazza, pronta a divorare ogni energia vitale del mio corpo e gettarmi a terra una volta esaurito il suo compito, ma legge troppi libri di stregoneria e oroscopi cinesi, per cui non fa molto testo. Una volta ha paragonato Boskov ad un serpente bicefalo solo perché mi aveva lasciato in panchina in nazionale.
Voto: 3/5 

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